La Basilicata, si sa, non è solo Matera.
Ci sono tantissimi tesori ancora inesplorati in questa regione, che tanto ha affascinato Carlo Levi; paesini che conservano gelosamente tradizioni e simboli dalle origini antichissime.
Noi di Matera Secrets ci siamo quasi sempre soffermate a raccontarvi della splendida città dei Sassi, dal suo stile romantico e senza tempo.
Cosa succederebbe se vi conducessimo nei dintorni di Matera, più precisamente in alcuni dei borghi più suggestivi della Basilicata?
Siamo nel fine settimana di Halloween, la festa che nasce nell’Europa più remota e antica: per questo il nostro viaggio vi porterà alla scoperta delle 3 leggende che aleggiano, indisturbate da millenni, fra le mura di antichi castelli e centri storici ormai disabitati.
Vi accompagneremo, senza infastidire i protagonisti di queste storie, a Grottole, Valsinni e Craco.
Allacciate le cinture…e aprite la mente!
Grottole: la “sorellina minore” di Matera
A primo impatto Grottole ricorda tantissimo la nostra capitale europea della cultura.
Le sue casettine, arroccate come i Sassi, con le luci della sera vestono questo piccolo paese come un delizioso presepe.
Alcune delle sue opere architettoniche, come ad esempio la chiesa incompiuta dei S.S. Luca e Giuliano, detta “chiesa diruta”, riportano alla mente luoghi visti in alcuni film spettrali.
La storia legata a questa sorellina minore di Matera è ambientata nel castello di Grottole e ci parla di amore lontano, quello fra Abufina, bellissima fanciulla dai capelli dorati; e Selepino, guerriero che combatteva in terre remote.
Abufina attese a lungo il suo amato, ricamando alla finestra del suo torrione, ma quando un giorno un messaggero a cavallo si recò da lei e le disse: “Vieni, Abufina, vieni da me; io che uccido i nemici, me l’amore mi uccide; vieni, Abufina, vieni da me: insieme con te al castello di Grottole sol tornerò; fà presto, fà presto…”; non perse altro tempo e partì alla ricerca del suo amore, ma il suo bianco cavallo, accecato dalla luce del fiume Basento, la fece cadere ed ella perì tra i vortici delle acque.
La leggenda narra che, dalla primavera fino a giugno, Abufina si affacci dalla finestra del suo torrione nelle notti di luna piena, chiamando il suo Selepino e che il Basento, pentito per averle causato una triste fine, ogni tanto sussurri il suo nome.
Valsinni e la sua poetessa triste
Il piccolo borgo di Valsinni si erge, arroccato sulla roccia, a Sud della Basilicata.
Il suo castello, costruito in epoca longobarda, è stato la residenza della poetessa petrarchista Isabella Morra e della sua famiglia.La fanciulla, che per anni aveva vissuto segregata fra le mura del castello senza la possibilità di conoscere i salotti letterari al di fuori di esso, coltivò la passione per la letteratura, diventando fra le poetesse più capaci dell’epoca; a lei si attribuiscono opere che, solo molti anni più tardi, avrebbero trovato una collocazione storico-letteraria nel Romanticismo.
La leggenda racconta che Isabella avesse una corrispondenza epistolare segreta con Don Diego Sandoval de Castro, sposato con la nobildonna Antonia Caracciolo e che risiedeva nella vicina Nova Siri.
I due condividevano l’amore per la letteratura e la poesia, scambiandosi lettere, che Don Diego intestava a sua moglie Antonia, per moltissimo tempo
Questo legame, nato per amicizia, interessi in comune o per un amore nascente, fu scoperto da tre dei sette fratelli di Isabella: convinti che la sorella avesse macchiato l’onore della famiglia con una relazione extraconiugale, le tesero un agguato e la uccisero.
Si dice che, nelle notti di luna piena, Isabella vaghi ancora fra le mura del castello, passeggi nel cortile del maniero, inconsolabile e con profondi sospiri di tristezza,quelli di una donna mai realmente compresa.
Craco: la città fantasma
Un posto come Craco vecchia non ha bisogno di molte presentazioni: paese abbandonato dopo una violenta frana nel 1963, da allora conserva il suo alone di mistero e magia.
Scenario di alcuni dei film più famosi girati in Basilicata, Craco è stata a lungo lasciata a sé stessa, tuttavia da qualche anno è nuovamente possibile visitare il suo centro storico con guide turistiche, con tutte le misure di sicurezza in quanto, ancora oggi, qualche elemento strutturale cede.
La leggenda che alberga in questo luogo in cui il tempo si è fermato narra di un fantasma alquanto bizzarro: un cavallo senza testa che vaga nel centro storico alla ricerca del suo padrone.
Non è raro, nelle notti in cui la luna è più candida e chiara, sentire lo scalpitio dell’animale fantasma che si aggira fra le mura del paese.
E se questa leggenda non dovesse avere alcun fondamento o prova, vi basterebbe visitare questo borgo dopo il tramonto per sentirvi nel luogo più spettrale e infestato che abbiate mai potuto vedere, un panorama bucolico, sornione e misterioso che vi conquisterà di sicuro.
Se chiudete gli occhi, invece, sentirete ancora il profumo del pane appena sfornato, le voci dei bambini che giocano divertiti nei cortili, le donne che chiacchierano da una casa all’altra e gli uomini che, accompagnati dai loro asinelli, si dirigono al loro lavoro nei campi.
di Ilenia Melodia
FOTO Vittore Scarati, Ilenia Melodia, Pinterest