C’era una volta Matera

In un mondo sempre più frenetico e globalizzato esiste ancora un posticino che incanta per la sua purezza e autenticità, per la sua silenziosa bellezza, un posto dove nelle calde sere d’estate è ancora possibile ammirare tutto lo splendore di un limpido cielo stellato.
Sto parlando di Matera, città che amo intensamente e in cui ho la fortuna di vivere, una tra le più antiche al mondo, abitata sin dal Neolitico. La prima volta che la vidi mi parve una piccola Gerusalemme bianca con le sue casette basse e le stradine in pietra. Impossibile non rimanere colpiti dalla luce e dall’intensità dei suoi colori in uno scenario scolpito dal tempo.

Ho deciso di partire da qui e di dedicare il mio primo post alla sua storia. Una storia che nella povertà e nella sofferenza trova la forza e il coraggio del suo riscatto.

C’era una volta Matera… la Cenerentola del Mezzogiorno, umiliata e denigrata a Vergogna Nazionale. Nel dopoguerra è uno dei luoghi più poveri d’Italia come ci racconta lo scrittore Carlo Levi nel suo libro Cristo si è fermato ad Eboli.

Ma quanto poteva essere dura la vita nei Sassi?

Qualcuno li paragonò ad un girone dantesco, altri ad una casba precipitata in una voragine, altri ancora ad un ruvido presepe napoletano. La vergogna nazionale viveva in case scavate nel tufo, senza luce e acqua corrente, con galline e muli come coinquilini e malattie infettive che si propagavano da grotta in grotta. Gli abitanti dei Sassi erano quasi tutti contadini, gente onestissima e schietta, abituata a lavorare duramente. Un mondo semplice e limpido ma in contrasto con la civiltà del XX secolo.

Matera diviene la pietra dello scandalo, l’esempio per gli americani per utilizzare il piano Marshall italiano. Così, dopo il decreto firmato da De Gasperi nel 1954, il cuore di Matera viene svuotato della sua gente. Nascono tre nuovi quartieri, piccoli borghi ai margini della città vecchia dove vengono edificati case e alloggi popolari. I Sassi restano lì, disabitati per decenni, immobili e ripudiati a raccontare la loro storia ad un mondo che non la vuole ascoltare. Se per i giovani fu facile voltare pagina e ricostruirsi una nuova vita, per gli anziani il passaggio dalle vecchie dimore di tufo agli appartamenti nuovi di zecca fu molto difficile e sofferto.

Ma i sociologi misero in luce anche aspetti positivi della vita nei Sassi come l’assenza di criminalità e lo spirito di solidarietà che univa la gente: un bambino ammalato diventava figlio di tutti. Si scoprì tra le grotte un patrimonio di saggezza contadina fatta di antiche tradizioni.

Il riscatto vero e proprio per Matera arriva con il cinema che si accorge della sua bellezza e la fa conoscere al mondo intero. Dal “Vangelo secondo Matteo” di Pasolini, a “The Passion” di Mel Gibson fino all’ultimo Kolossal “Ben Hur”.Questo paesaggio lunare ed incontaminato, privo di segni di modernità, ha stregato tanti registi colpiti dalla sua magia e spiritualità. Matera presta il suo volto alla Terra Santa divenendo il teatro della vita di Gesù e i Sassi si trasformano nel primo presepe della storia del cinema.

Matera non soltanto è riconosciuta Patrimonio Unesco nel 1993 ma viene anche proclamata Città della Cultura Europea per il 2019. Alla faccia di quanti la definivano vergogna nazionale! 😉

Ma la strada è ancora lunga…. Matera può essere il riscatto del sud, perché può stravolgere tanti di quegli stereotipi e di quei pregiudizi, tante di quelle nostre indolenze.

Non spetta solo allo Stato ma a tutti i cittadini (ognuno nel suo piccolo) dare il proprio contributo per approfittare di questa circostanza e per ridisegnare il proprio ruolo nel Mezzogiorno. Io ho deciso di mettermi in gioco, e tu? 😉 

 

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