Il Carnevale in Basilicata: 3 tradizioni lucane da non perdere

Matera in una giornata soleggiata, scorcio del centro storico con cielo sereno e alcune persone che passeggianoA Carnevale ogni scherzo vale e quando vi diciamo che in Basilicata la festa più goliardica dell’anno è molto sentita, non scherziamo di certo! Si conclude oggi 13 Febbraio, Martedì Grasso, il Carnevale e la sua aria giocosa e briosa lascia il posto alla Pasqua e all’arrivo della primavera. A noi di Matera Secrets piace passeggiare nella piazza Vittorio Veneto che in questi giorni è in tripudio di bimbi mascherati, coriandoli, colori e giochi che, almeno per un po’, ci allontanano dalla nostra realtà quotidiana e ci regalano un pizzico di allegria!

Sappiamo che la tradizione carnevalesca lucana si perde nella notte dei tempi e che i Sassi di Matera un tempo erano teatro delle celebri “matinée” ( o “matinate” ): canti, balli, musica che esorcizza e scaccia via il cupo inverno, per fare spazio alla freschezza della bella stagione. Strumento musicale per eccellenza del Carnevale a Matera è la “cupa-cupa”, un tamburo a frizione che accompagnava – e lo fa tutt’oggi – le tipiche serenate improvvisate negli antichi rioni. Vorremmo però portarvi alla scoperta del Carnevale in Basilicata, passando per 3 comuni non molto lontani da Matera che conservano gelosamente le loro tradizioni, i riti e il senso profondo della festa.

Niente Arlecchino o Pulcinella, i personaggi saranno i più prossimi alla realtà contadina: mucche, tori e…campanacci!

Montescaglioso

Qui lo chiamano “Carnevalone” e i protagonisti indiscussi sono i campanacci, che vengono agitati affinché scaccino la malasorte e proteggano la comunità. Un Carnevale che potremmo definire ‘green’ in quanto le maschere vengono realizzate con materiali di riciclo e rappresentano in ordine: il fuso, una specie di trottola che si usa per fare scherzi durante la sfilata delle maschere; il Carnevalone, un vecchio uomo barbuto vestito di stracci e la Quaremma, moglie del Carnevalone, che impersonifica l’arrivo della Quaresima.

San Mauro Forte

Il Carnevale di San Mauro ha inizio il 17 gennaio, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate.

Anche qui troviamo i campanacci, che vengono agitati e suonati sempre per scacciare la sfortuna: in linea con l’irriverenza carnevalesca, troviamo i campanacci più lunghi che rappresentano il sesso maschile e quelli più corti quello femminile. Si invoca la fecondità, la prosperità, perché l’inverno è ormai trascorso e il raccolto deve essere florido, abbondante, buono per tutti.

Tricarico

Non troviamo maschere umane qui: il Carnevale tricaricese comincia il 17 gennaio, con la benedizione di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali.
Sono proprio veri mucche e tori i personaggi nel Carnevale di Tricarico, i quali indicano una mandria in transumanza e sfilano per le vie del paese agghindati con nastri e decori per fare tre giri attorno alla chiesa madre. La stessa sfilata viene poi fatta anche dai cittadini travestiti allo stesso modo, che nell’ultima domenica del mese vanno di casa in casa a chiedere offerte di cibo a suon di rumorosi campanacci. La festa si conclude con il fantoccio che viene bruciato su un falò e che sancisce la fine dell’inverno e apre le porte ad una rigogliosa primavera.

La tradizione Carnevalesca in Basilicata è molto sentita anche in altri comuni della regione, se avete altre storie da raccontare fatecelo sapere nei commenti qui sotto 🙂

Al prossimo post, amiche di Matera Secrets! 

 

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